Praticare un’attività fisica a qualsiasi età porterebbe tanti benefici. Uno degli sport più amati è il calcio. In questi anni grazie a grandi campioni, molti si stanno avvicinando al tennis. Ma come nasce e cosa c’entra un grane pittore con il suo antenato? Scopriamolo.
Fin da piccoli ci si può avvicinare a una attività sportiva. Tra quelle individuali abbiamo il nuoto, la corsa, il salto in lungo e in alto. Tra gli sport di squadra piacciono molto la pallavolo, il basket e soprattutto il calcio. Grazie alle grandi imprese di Berrettini o Sinner molti si stanno appassionando al tennis. Alcuni, oltre a guardare le partite in tv, hanno iniziato a prendere lezioni. Altri preferiscono il padel.
A volte ci si chiede come nasce uno sport. Le supposizioni riguardanti il tennis sono molte e varie. Alcuni studiosi lo farebbero originare dalla Grecia. Altri dall’Italia. Il gioco medievale in campi ristretti antenato del tennis sarebbe quello della pallacorda. Si doveva lanciare con il palmo della mano guantata la palla al di là di una corda. In Francia il gioco si chiamò dapprima proprio jeu de paume, gioco della palma. Nel tempo si stabilirono meglio le regole, la misura del campo e comparve la racchetta. Il nome tennis sembra si debba a i giocatori francesi che avvertivano l’avversario dicendo “tenez”, tenete.
Come la pallacorda segnò la vita di un famoso pittore? Michelangelo Merisi nacque a Milano nel 1571 e divenne famoso come Caravaggio. Lo pseudonimo fu derivato dal paese bergamasco dove visse per alcuni anni. Ciò che caratterizza soprattutto la sua arte pittorica è l’uso sapiente di luce e buio. Trasse ispirazione sia da storie bibliche che attinte dalla vita quotidiana.
Nel 1606 avvenne un fatto che segnò la sua vita. Noto per un carattere rissoso, a Roma giocando a pallacorda avvenne un’ennesima lite. Questa volta però Caravaggio uccise il rivale, un tale Rinuccio Tommasoni. Condannato a morte, fuggì in altre città e raggiunse Malta. Dopo altre avventure in seguito arriverà in Sicilia e poi morirà in Toscana nel 1610.
Pochi sanno cosa lega il tennis a Caravaggio. Scoprirlo spiegherebbe il suo peregrinare, i tormenti della sua arte e del suo animo. Il pittore quasi a perpetuo ricordo del suo stato di peccatore si ritrasse nei suoi quadri più drammatici. Potremmo scorgere in Davide e la testa di Golia il suo volto in quello del gigante. Un altro esempio è Salomè con la testa del Battista, con suoi tratti in quelli di San Giovanni.
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