Chi siamo

Disclaimer

Privacy Policy

Altro che carbonara e amatriciana: ecco cosa mangiavano i Romani secondo il Carlo Cracco dell’epoca

Le giornate sono scandite da tante attività. Una essenziale sarebbe mangiare. Ognuno può avere gusti ed esigenze diverse e conosciamo abbastanza bene i piatti della nostra tradizione recente. Se siamo curiosi di sapere cosa invece si mangiava un tempo ecco alcuni cenni riguardanti Roma antica.

Da qualche anno chi è un appassionato di cucina può arricchire le sue conoscenze grazie a tanti programmi televisivi. Ci sono ad esempio quelli in cui dilettanti si mettono in gara ed altri in cui si sfidano cuochi professionisti. Oltre a tali esempi abbiamo poi trasmissioni in cui i cuochi insegnano trucchi del mestiere e ricette sfiziose o piatti di recupero.

Si trovano accenni a ricette di vario tipo anche in letteratura. Un esempio eclatante sono i libri di Andrea Camilleri. Soprattutto in quelli dedicati al Commissario Montalbano troviamo il protagonista godere dei piatti di Adelina, la domestica. In alternativa il commissario gusta con piacere piatti di pesce in trattoria.

Altro che carbonara e amatriciana: ecco cosa mangiavano i Romani ai tempi dell’Impero

La cucina si sa subisce trasformazioni, influenze, evoluzioni. Potremmo chiederci cosa si mangiava nell’antica Roma. A testimoniarcelo abbiamo diversi autori come Plinio il Vecchio, Marziale, Petronio. Ad esempio è famosa la cena di Trimalchione del Satyricon petroniano risalente al I secolo. Qui apprendiamo che il liberto arricchito offre ai commensali varie portate degne di stupore. Ad esempio il Ferculum porcinum, carne di maiale servita sotto forma di animali di varie specie o l’Altera epidipnis. Si trattava di anfore da cui uscivano ostriche. L’Arbiter elegantiae, Petronio, ci descrive tante altre prelibatezze della cena.

Uno dei ricettari che però ci offre centinaia di esempi della cucina del I secolo sarebbe il De coquinaria. Si tratterebbe di una raccolta di dieci libri delle ricette di Marco Gavio Apicio. Si sa poco di questo ricco e raffinato cultore della gastronomia vissuto ai tempi di Tiberio. Il De coquinaria sarebbe un rimaneggiamento dei suoi appunti. Malgrado tutto, grazie a questa raccolta postuma possiamo farci un’idea di cosa potevano mangiare specialmente i più abbienti.

Alcuni piatti di Apicio

Il Carlo Cracco dell’antica Roma, Apicio, scrisse di varie portate. Per i palati moderni alcuni ingredienti risulterebbero forse disgustosi. Si usava molto ad esempio il liquamem o garum, salsina molto saporita a base di pesce. Una ricetta particolare sarebbe il Patina de apua sine apua, piatto di acciughe senza acciughe. Tra gli ingredienti ci sono pesci arrosto, pepe, liquamem, uova. Per la Terrina Tyrotaricha Apicio avrebbe consigliato di usare pesce, fegatini di pollo, formaggio, vino, uova. Altro che carbonara e amatriciana: ecco cosa mangiavano i Romani dei ceti più ricchi secondo il De coquinaria e altre fonti.

Impostazioni privacy