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Ecco il caso strano in cui sospendono la NASPI se non comunichi i redditi presunti

La NASPI per chi la percepisce è sicuramente una prestazione fondamentale per poter tirare avanti. E non potrebbe essere diversamente visto che parliamo di soggetti che hanno perso il lavoro e non per loro volontà.

L’assenza di lavoro significa assenza di reddito e la NASPI, cioè l’indennità per disoccupati, anche se per un periodo circoscritto, consente di percepire un sostentamento economico, come detto, fondamentale. Ecco perché qualsiasi cosa che mina la corretta e continua fruizione di quello che a tutti gli effetti è un ammortizzatore sociale, è qualcosa che un disoccupato non vorrebbe mai provare. Eppure, a volte succedono cose particolari. Ecco il caso strano in cui sospendono la NASPI quelli dell’INPS. Nulla di illecito, perché è una prassi che ormai da anni adottano e che riguarda molti disoccupati a volte inconsapevolmente.

Ecco il caso strano in cui sospendono la NASPI se non comunichi i redditi presunti

Se hai una Partita IVA aperta, magari non utilizzata da anni, ma anche in casi di Partita IVA cessata, è facile che per prendere la NASPI o per proseguire con la sua fruizione, devi adempiere ad una comunicazione all’INPS obbligatoria. Parliamo della comunicazione dei redditi presunti nello stesso anno dell’incasso della NASPI. Quindi, è probabile che chi si trova in quelle condizioni oggi, deve comunicare all’INPS i redditi che presumibilmente otterrà dalla sua Partita IVA. Anche se pari a zero. Basta una autocertificazione in cui si comunica tutto quanto. Il connubio tra NASPI e Partita IVA, comunque, non è ostativo nei confronti della indennità per disoccupati. Perché anche un titolare di Partita IVA può percepirla.

Partita IVA e NASPI insieme si può ecco come

In altri termini, dopo aver perso un lavoro subordinato per cause indipendenti dalla volontà del lavoratore, si può percepire la NASPI anche se si svolge una attività autonoma. Perché si può percepire l’indennità di disoccupazione, avere una Partita IVA e perfino generare reddito dall’attività autonoma svolta proprio con quel codice IVA.

Ma bisogna anche in questo caso, cioè con attività autonoma attiva e con reddito ottenuto, comunicare il reddito annuo presunto. Operazione che in questo caso si fa con il modulo NASPI-COM. Na ricordato che per i lavoratori autonomi che contemporaneamente percepiscono la NASPI, occorre non supera 4.800 euro di reddito presunto. Pertanto, nella dichiarazione da rendere con il già citato modello NASPI-COM o con l’autocertificazione da inviare all’Istituto, bisogna comunicare redditi presunti inferiori a tale soglia. Fermo restando che l’INPS poi controllerà la veridicità delle dichiarazioni e controllerà il reddito effettivamente ottenuto dalla Partita IVA. Che se ha generato la fruizione della NASPI non spettante, produrrà la richiesta di restituzione delle somme indebitamente percepite.

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