Il fermo amministrativo rappresenta una delle misure più temute dagli italiani, in quanto può portare alla sospensione di un veicolo.
La preoccupazione dei cittadini cresce soprattutto quando si tratta di piccoli debiti, ma è importante capire in quali casi questa misura viene effettivamente applicata.
Mentre la normativa sul fermo amministrativo sembra stringente, vi sono situazioni specifiche in cui tale azione può essere contestata come illegittima. È fondamentale quindi conoscere i propri diritti e le condizioni sotto cui un veicolo può essere legalmente fermato dalla riscossione degli enti pubblici.
I limiti del fermo amministrativo
Prima dell’intervento dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, era Equitalia Spa a gestire le riscossioni. In quel periodo, erano previste soglie minime per l’applicazione del fermo amministrativo: nessun fermo per debiti inferiori agli 800 euro e limitazioni sul numero di veicoli che potevano essere soggetti a fermo in base all’ammontare del debito. Con l’avvento dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, queste soglie sono state considerate superate.
A differenza dei limiti specificati per ipoteca e pignoramento immobiliare, il legislatore non ha previsto un limite minimo al di sotto del quale il fermo amministrativo non possa essere applicato. Questo significa che anche i debiti di importo modesto possono portare all’applicazione della misura. La Corte di Cassazione ha chiarito che il fermo può scattare indipendentemente dall’importo del debito, poiché mira a incentivare il pagamento da parte del debitore.
Per l’applicazione del fermo auto è necessario che l’agente di riscossione invii una cartella esattoriale seguita da una notifica di pagamento. Il debitore ha quindi 120 giorni per saldare le somme dovute; se ciò non avviene entro tale periodo, viene inviato un preavviso di fermo amministrativo. Quest’ultimo offre ulteriori 30 giorni al contribuente per pagare o richiedere una dilazione del debito.
Esistono casi in cui il fermo amministrativo può essere considerato illegittimo. Un esempio è quando viene applicato sull’unica auto disponibile nel nucleo familiare utilizzata dal contribuente per recarsi al lavoro e non ci sono altri mezzi disponibili. Anche le auto destinate al trasporto di persone disabili sono protette da questa misura se acquistate con agevolazioni legge 104 o se la disabilità sopraggiunge dopo l’acquisto.