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Guadagnare tra il 13% e il 14% in 2 anni sul reddito fisso è possibile con queste obbligazioni ma attenzione ai particolari

Si è soliti pensare che le performance robuste siano un appannaggio esclusivo dei prodotti di investimento sul capitale di rischio. Le serie storiche in genere dimostrano che tale conclusione è suffragata dalla realtà dei fatti. Tuttavia, con le giuste strategie, un timing azzeccato e la corretta ponderazione del rischio si può replicare il successo anche al di fuori del perimetro dei prodotti più speculativi. Ad esempio, guadagnare tra il 13% e il 14% in 2 anni sul reddito fisso è possibile con queste obbligazioni ma attenzione ai particolari.

Più si alza il rendimento, infatti, più cresce il livello del rischio dell’operazione, quasi a prescindere dall’asset e dallo strumento considerato.

La nuova obbligazione di Banca Unicredit

Una possibile opzione potrebbe essere quella di puntare su un’obbligazione corporate, cioè emessa da un soggetto privato, non sovrano. La maggiore tassazione di tali bond, più il profilo di rischio mediamente più alto di questi emittenti, spinge in alto le cedole. Infine, anche la scelta della particolare struttura dei rendimenti può fare la differenza.

Facciamo un esempio. Il neo bond Unicredit (ISIN IT0005579534)  paga una cedola lorda annua fissa e decrescente per i 5 bienni di durata complessiva. Tuttavia, si tratta di un callable bond, per cui la banca lo potrebbe rimborsare dal 1° al 9° anno di vita. La cedola è decrescente: si parte dal 6,50% annuo lordo dei primi 2 anni, poi si passa al 4,00%, 3,00%, 2,00% e 1,50% per ognuno dei due anni dei bienni successivi.

Ora, ipotizzando che il rimborso non arrivi prima del tempo e che tra 2 anni il bond prezzi sempre a 100, basterebbero 24 mesi per guadagnare il 13% lordo. Tuttavia, è necessario porre molta attenzione al rischio mercato di questo come di tutti i prodotti finanziari, specie di quelli a lunga durata.

Il BTP con una ricca cedola annua

Restando sempre su un livello medio di rischio, e quindi non nullo come nel caso degli strumenti monetari, ecco il BTP a cedola robusta ed adeguata vita residua.

Consideriamo il titolo con ISIN IT0003256820 in scadenza il 1° febbraio 2033. Il bond ha altri 9 anni di vita utile e una cedola lorda annua del 5,75%. In pratica lo strumento in 2 anni garantirebbe un flusso cedolare lordo complessivo dell’11,50%.

Tuttavia, in questo caso la chiave per contenere il rischio dell’operazione passa il prezzo di carico, che va contenuto il più possibile. Oggi il titolo prezza sui 115,60 centesimi (rendimento netto a scadenza del 3,03%), ma a metà ottobre scambiava in area 107. Coniugando un ottimo prezzo di ingresso (cioè migliore dell’attuale) e confidando di rivenderlo allo stesso o a un prezzo maggiore di quello di acquisto, l’operazione potrebbe dirsi vincente.

Guadagnare tra il 13% e il 14% in 2 anni sul reddito fisso è possibile con queste obbligazioni ma attenzione ai particolari

Infine pensiamo ai bond in valuta estera, forse l’operatività più rischiosa delle 3 qui illustrate. Questi titoli in genere offrono ricche cedole annue lorde, e quelle emesse di recente da alcune banche italiane lo sono anche al 7,00%.

Tuttavia, si tratta di titoli da maneggiare con estrema cautela perché espongono l’investitore al rischio di cambio.

Se tra il momento dell’acquisto e quello della rivendita o liquidazione finale la valuta estera si apprezza o resta invariata, nessun problema. Nel 1° caso si consegue un extra rendimento dovuto al suo rialzo, nel 2° il cambio è neutro ai fini dell’operazione. Ma se la divisa estera dovesse deprezzarsi contro l’euro, allora il flusso cedolare servirebbe a compensare, in tutto o in parte a seconda dei casi, la perdita da cambi.

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