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Lo sapevi che la bottiglia di questa comune bevanda è un’opera d’arte da museo?

Dicono che vivere in Italia faccia abituare alla bellezza. Siamo circondati da oggetti dal valore storico o culturale. Finiamo così per non farci neppure caso, insomma.

D’altro canto, il nostro cervello si adatta all’ambiente in cui si trova. E forse vale anche per una questione come l’aperitivo. È questo un preciso rituale sociale nato e sviluppato perlopiù in Italia, simbolo di un modo di vedere le cose e la vita. Ma ci appare un fatto scontato e banale. Tutt’altro, come dimostra che spesso beviamo il nostro aperitivo letteralmente da un’opera d’arte. Si tratta dell’iconica bottiglia di Campari. Lo sapevi che la bottiglia di questa comune bevanda è un capolavoro futurista? Vediamo in che senso.

Un’intuizione folgorante del committente e dell’artista

Non si può dire che Campari ignori il concetto di riconoscibilità del marchio. Il suo solo colore è un segno distintivo d’immediata associazione. Proprio questa attitudine è uno dei motivi del perché il marchio sia così prezioso. Ma lo stesso vale anche per la bottiglietta conica di Campari Soda da 125 ml, progettata e disegnata da un’artista futurista presente nei musei di tutto il Mondo, ovvero Fortunato Depero. L’anno era il 1932 e l’idea era finalizzata alla pubblicizzazione di un prodotto innovativo. Infatti, la bottiglia doveva contenere il primo mix alcolico pronto all’uso della storia, visto che la soda era già abbinata al bitter, senza necessità d’intervento da parte del barista miscelatore.

A rifletterci bene ci sono vari elementi simbolici ed artistici che rendono quella bottiglia più di un contenitore. In primo luogo, i futuristi furono tra i primi artisti a cogliere il significato estetico dell’industria. In un certo senso, poiché Campari avrebbe prodotto un bene di massa, era un semplice vettore per portare un concetto estetico alle masse. Nel design degli oggetti, poi, nulla è casuale.

Lo sapevi che la bottiglia di questa comune bevanda è un capolavoro futurista mix di arte e funzionalità?

La linea conica è un richiamo alla classica coppa da cocktail, ma rovesciata. Allo stesso tempo era una forma semplice da realizzare e riprodurre su vasta scala, costituente i giusti criteri di riconoscibilità e differenziazione. Non solo, le forme sono complementari con altri oggetti simili posti al contrario, fattore utile per guadagnare spazio. La consistenza del vetro aiuta la presa: è spesso, e granuloso. In questo modo si riduce il rischio di scivolamento. Non solo, l’attenzione di tutti i partecipanti al tavolo dell’aperitivo, con una forma ed un colore del genere, sarebbe andata sulla bottiglia. Il prodotto, cioè, si pubblicizzava da solo, in qualche modo colpendo i presenti. L’unico disegno rappresentato nella bottiglia, peraltro, riproduce la forma del contenitore stesso, a parziale conferma dell’impatto del prodotto. Insomma, dietro ad oggetti tutto sommato comuni, troviamo spesso il genio di chi ha lavorato su quel prodotto. E, ai fini della vendita, fa poca differenza se ne siamo consapevoli o no, se questo ci porterà all’acquisto.

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