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La birra che in realtà non è birra, ma che sta facendo impazzire l’America

Mai assaggiato una birra ma che di birra in realtà non ha nulla a che fare? Questa bevanda incredibile sta spopolando soprattutto nel Nord America.

La birra è una delle bevande alcoliche più popolari dopo l’acqua e il tè. Ne esistono di tutti i tipi: bionda, rossa, scura, doppio malto, fruttata, analcolica eccetera. Ma probabilmente non avete mai sentito parlare della Root Beer, e anche se il nome lo riporta, questa bevanda non ha nulla a che vedere con la birra. Non è alcolica, non contiene birra, è dolce e senza caffeina. Ma cos’è questa Root Beer?

La birra che in realtà non è birra, ma che sta facendo impazzire l’America

La Root Beer, letteralmente birra di radice, si prepara utilizzando l’aroma della radice o della corteccia di sassofrasso, una pianta assai diffusa in tutto il Nord America. Il suo gusto dolce, privo di caffeina e gasato, sta rendendo questa bevanda una vera scoperta e piano piano sta anche diventando molto gettonata. La birra di radice ha origine dalle popolazioni indigene che nel 1800 utilizzavano la radice di sassofrasso a scopi farmaceutici. Difatti, fu proprio il farmacista Charles Elmer Hiresm che rese la bevanda tanto famosa. Mentre era in luna di miele, presso l’hotel in cui alloggiava gli venne offerto del tè al sassofrasso e in quel momento prese vita l’amore per questa bevanda. Non contento, però, decise di crearne una versione più secca e ricca di sapore.

La Root Beer: una birra completamente diversa da quello che ti aspetti

Dopo aver chiesto consiglio ad un suo amico, il farmacista decise di elaborare una formulazione liquida, di buon gusto e che potesse essere vendibile al pubblico. Alla fine arricchì la bevanda con 25 tipi di erbe diverse, bacche, radici e acqua gasata. Tutt’oggi questi sono gli ingredienti della famosa birra che non è birra. La bevanda uscì nel mercato nel 1876 ed ebbe subito un grande successo.

Tra gli ingredienti della Root Beer vi sono: corteccia di betulla, ginepro, zenzero, coriandolo, radice di tarassaco, corteccia di ciliegio selvatico, radice di sassofrasso, wintergreen, luppolo, baccelli di vaniglia, liquirizia, melassa e radice di bardana. L’unico ostacolo che ha incontrato la Root Beer è nel 1960 quando la Food and Drug Administration statunitense vietò l’uso del sassofrasso perché considerato potenzialmente cancerogeno. In seguito, si è scoperto che l’elemento cancerogeno era presente solamente nel suo olio e non nella radice o corteccia. Tutt’ora è ancora in commercio ed è una delle bevande analcoliche preferite nel Nord America.

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