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Cartelle esattoriali a rate non pagate: ecco quando l’Agenzia delle Entrate punisce il debitore

Sarà anche vero che i vari provvedimenti di sanatoria delle cartelle sono stati largamente utilizzati dai contribuenti in questi anni. Parliamo naturalmente della rottamazione delle cartelle, che nel 2023 è arrivata alla quarta edizione.

È altrettanto vero che milioni di contribuenti sono alle prese con le rateazioni ordinarie.  Perché tantissimi soggetti indebitati con il Fisco, a prescindere dalle sanatorie, hanno preferito aderire a piani di rientro personalizzati e pattuiti autonomamente con l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Più rate, importi inferiori e più elasticità, infatti, sono le caratteristiche delle rate ordinarie rispetto a quelle provenienti da provvedimenti di rottamazione e sanatorie. Molti credono di essere al riparo da eventuali rischi con le rateazioni ordinarie non onorate entro le scadenze. Sarà vero che c’è più tolleranza e più elasticità, ma anche i piani di dilazione ordinari se disattesi, producono il rischio di decadenza.

Cartelle esattoriali a rate non pagate: Ecco quando l’Agenzia delle Entrate punisce il debitore

Cosa accade in presenza di cartelle esattoriali a rate non pagate? La domanda se la pongono tutti i contribuenti che hanno aderito ad un piano di rateizzazione ma che adesso non riescono ad onorare in pieno. E non riescono a pagare. Non ci sarà il rischio decadenza come per le sanatorie, ma bisogna prestare attenzione lo stesso per non perdere la possibilità di rientrare comodamente dei propri debiti. Con la rottamazione quater per esempio, anche il saltare una sola rate del piano porta alla decadenza dal beneficio. A dire il vero con la rottamazione sono già due volte che lo Stato riapre i termini salvaguardando chi non è riuscito a pagare in tempo utile le prime rate. Con i piani ordinari invece, c’è la possibilità di saltare diverse scadenze senza incorrere immediatamente nella decadenza dal beneficio. E per decadenza parliamo di annullamento del piano di dilazione con il ritorno a dover pagare le cartelle tutte in unica soluzione. Naturalmente al netto delle eventuali rate già saldate.

Occhio a non perdere il diritto alla rateizzazione

I piani di dilazione ordinari possono arrivare a 72 rate o a 120 rate. Si tratta sempre di rate mensili, con il piano a 120 mesi che riguarda solo contribuenti che dimostrano le loro serie difficoltà economiche. Il piano di rateizzazione ordinaria prevede il pagamento obbligatorio della prima rata entro 30 giorni dalla domanda. Questa scadenza è obbligatoria per far partire il piano. Le altre rate invece possono essere saltate, ma al massimo 8 rate anche non consecutive. Se invece le rate diventano superiori ad 8, si decade dal beneficio. Come detto in precedenza, le rate pagate verranno tolte dal debito totale dovuto. E si tornerà a dover versare gli importi in unica soluzione. Va detto comunque che sulle rate ci sono gli interessi e quindi, non tutto ciò che è stato versato verrà scalato dal debito complessivo tornato ad essere dovuto in soluzione unica.

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