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Ecco quali sono stati i tassi di interesse attivi sui conti correnti fino a 100.000 euro nel 2023

Giorni fa la FABI ha pubblicato uno studio sulle differenze territoriali dei rendimenti sui c/c degli italiani, da Nord a Sud. Uno spaccato interessante per comprendere quanta liquidità è ivi raccolta, com’è distribuita, quanto rende.

Dai dati si evince che nei salvadanai dei connazionali a fine 2023 c’erano 1.151,1 mld di €, con il record di liquidità in Lombardia: 235 mld di €, il 20% del totale nazionale. Si tratta di una cifra davvero cospicua, anche se in un anno il saldo totale si è contratto del 3,6%, cioè di 43 mld di €. La causa è dovuta all’inflazione che ha reso più poveri gli italiani per due vie. Primo, l’aumento dei prezzi ha costretto una parte di popolazione a effettuare più prelievi (o comunque a detenere più cash) per tenere inalterato lo stile di vita.

La scelta di avere i capitali liquidi è in genere perdente

Il secondo è che il carovita ha inflitto perdite in conto capitale a chi si è rifugiato nella liquidità. Si tratta di una perdita subdola e più insidiosa della precedente. Un risparmiatore vede nel tempo sempre lo stesso nominale, ma il suo valore effettivo scema per via dell’inflazione. Né può considerarsi “ristoratore” il tasso attivo bancario sulla liquidità giacente sul conto. Si tratta dell’interesse applicato dagli istituti (non tutti) sulle somme libere tenute sul conto corrente.

Questa remunerazione varia tra gli istituti in primis in base alle politiche commerciali dagli stessi adottate. Poi un’altra variabile (in verità è poco influente) è data dalla liquidità effettiva presente sul conto e in ultimo, continua il lavoro FABI, anche da un capo all’altro del Paese. A grandi linee, i rendimenti più bassi sono un appannaggio delle Regioni del sud Italia. Di contro la liquidità più premiata e apprezzata dalle banche è quella depositata al Centro e al Nord, specie in Trentino-Alto Adige.

Ecco quali sono stati i tassi di interesse attivi sui conti correnti fino a 100.000 euro nel 2023

Vediamo ora nei numeri quanto ha reso un c/c nel 2023 lungo lo Stivale in base alla liquidità presente sul conto. Lo studio FABI considera 4 fasce di giacenze medie: fino a 50mila €, tra i 50 e i 100mila €, tra i 100 e i 250mila € e sopra questa soglia. Soffermiamoci adesso solo sulle prime due fasce.

Per giacenze medie fino a 50.000 euro, i tassi di interessi attivi sui c/c delle famiglie italiane nel 2023 sono stati in media pari a:

  • Nord-Ovest: 0,20%, con il picco dello 0,22% in Lombardia e i minimi dello 0,16% in Liguria e Valle d’Aosta;
  • Nord-Est: 0,19%, con il picco dello 0,36% in Trentino-Alto Adige e il minimo dello 0,14% in Friuli Venezia Giulia;
  • Centro: 0,27%, con estremi al rialzo in Toscana (0,30%) e al ribasso nelle Marche (0,20%);
  • Sud: 0,16%, con high e low in, nell’ordine, Puglia e Molise (0,19%) da un lato e Campania (0,13%) dall’altro;
  • Isole: 0,19% in Sicilia e 0,20% in Sardegna.

Nel range 50-100mila euro, invece, i tassi medi attivi sui c/c sono stati:

  • Nord-Ovest: 0,25%, con il picco dello 0,28% in Lombardia e il minimo dello 0,15% in Valle d’Aosta;
  • Nord-Est: 0,25%, con high e low pari a, nell’ordine, 0,45% in Trentino A. A. e lo 0,17% in Friuli V.G.;
  • Centro: 0,35%, dove si oscilla dallo 0,40% della Toscana allo 0,27% di Umbria e Marche;
  • Sud: 0,23%, con il picco dello 0,27% in Puglia e Basilicata e Lombardia e il minimo dello 0,18% in Campania;
  • Isole: 0,25% in Sicilia e 0,29% in Sardegna.

In definitiva, quindi, ecco quali sono stati i tassi di interesse attivi sui conti correnti fino a 100.000 euro nel 2023.

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